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Anche i bookmaker hanno un cuore - Betfair contro la SLA
Visto che Matteo fa uso personale del blog, almeno io aggiungo una nobile causa :) Lean Mean Fighting Machine 2054
Lean Mean Fighting Machine, un'agenzia inglese che ha vinto il premio come Interactive Agency of the Year a Cannes, ha fatto questo video per festeggiare il 50esimo anniversario della sua fondazione, avvenuta nel 2004... Phil e il tamarro marketing
Devo dire che il nuovo sito Philadelphia Light pur non essendo il mio genere sfata un mito: che lo gnocca-marketing funzioni solo con gli uomini. Il sito si chiama "Prima volta con Phil", gia' ammiccante di per se', e parte col suddetto figo che fa il piacione e ti dice che forse sei la donna ideale per lui. C'e' un problema pero': Phil e' un tamarro! Magari sono solo geloso eh :) Istruzioni per utonti
La versione online del quotidiano inglese Daily Mail utilizza un utile messaggio per utonti: "Scroll down for more..." Il triangolo no! (doppi sensi pericolosi)
Ultimamente ce l'ho con le newsletter! Saro' malizioso io eh. Pero'... Problemi di persona
Acquista o acquistate? One year of Google blogging
Nonostante non riesca ancora a mandare giu' il fatto che negli USA non abbiano ancora aperto i commenti (Stefano di' la verita', tu non insisti perche' vuoi essere l'unico che ce li ha ;-)), devo dire che a Google stanno facendo un ottimo lavoro con i corporate blog. Il 31 dicembre hanno pubblicato un post riassuntivo dell'attivita' nell'anno appena terminato, sia per il blog generico che per tutti gli altri blog di prodotto. Il post e' pieno di link, probabilmente per essere meglio indicizzati su se stessi :) Buon Natale
Come sempre a Natale si moltiplicano le possibilità di inviare auguri originali e personalizzati. In particolare ho trovato molto carina l'iniziativa della Citroen e quella della Fiat 500 con la quale vi auguro Buon Natale!! Strategie di posizionamento (i motori di ricerca non c'entrano)
A quanto pare, nonostante folksnomie varie, tag e altro, l'ordinamento alfabetico ha ancora un certo peso, tanto che chi è svantaggiato dal nome trova artifici per non essere relegato in fondo alla classifica A-Z. Mi è avenuta in mente questa cosa per caso, osservando due classifiche alquanto diverse tra loro. La prima è quella dei miei contatti di Skype, come da immagine qui sotto: Come si vede i due primi contatti hanno pensato di inserire uno o più punti, per essere visualizzati per primi. La seconda classifica è quella del Premio WWW del Sole24ore: DonnaD ha messo anche "lei" il punto (oltre ad essersi iscritta in praticamente tutte le categorie), mentre Aruba ha staccato la A. Altro che Long Tail, qua si fa di tutto per essere nella Short Head :) Questione Italia.it: per Rutelli.it hanno speso meno...
Si parla ovunque della imminente decisione di chiudere (aveva aperto?) Italia.it. Grazie a Matt ho scoperto che Francesco ha speso sicuramente qualcosina meno nel fare il proprio sito personale, Rutelli.it (date un'occhiata, merita!) Tra l'altro Francescorutelli.com non è suo, Francescorutelli.it rimanda a Rutelli2001, che però non esiste. Rutelli.org invece l'ha comprato, o forse l'ha comprato il partito, visto che rimanda a Margheritaonline.it E poi ci lamentiamo che fanno le leggi "contro" i blogger... Racconti correnti: Fineco raccontata dai suoi clienti
Loggandomi sul mio account Fineco ho notato, ed era impossibile non farlo, questa iniziativa: Mi sembra veramente carina. Anche il nome "Racconti correnti" è bello. Si possono ascoltare le dichiarazioni dei clienti (certificate Eurisko) o leggerle, ed il flash è molto ben fatto, nonostante io non sia affatto un fan del flash. Anche per quest'anno non cambio banca va là, nonostante Ennio Doris col suo compassone mi tenti :))) Expedia: i dipendenti condividono i propri viaggi
Molto carina l'iniziativa di Expedia di inserire in newsletter (qui la trovate in html) le esperienze di viaggio dei propri dipendenti. Molti li conosco, quindi confermo che sono veramente dipendenti Expedia e che nelle foto sono loro :) L'idea è bella, molto stile Naked Conversations, però sono un po' rimasto deluso quando cliccando invece di arrivare ad una pagina con le recensioni degli altri dipendenti, la possibilità di commentare o cose del genere sono atterrato direttamente sui viaggi disponibili per quelle specifica destinazione. Il coinvolgimento è quindi abbastanza debole, si tratta di una bella iniziativa di email marketing ma non di una vera e propria strategia di coinvolgimento degli utenti. Magari è un primo passo...
Mi piace il basket... su YouTube
Ormai YouTube è sdoganatissimo ed è diventato uno degli strumenti principali per tutte quelle aziende che voglio fare concorsi o contest, nei quali ovviamente va sfruttato il trend del momento, ovvero il video generato dagli utenti. L'ultimo che ho visto è organizzato dalla Lega Basket. Il concorso consiste nell'invio da parte degli utenti della URL di YouTube alla quale hanno caricato i propri video in cui spiegano "Mi piace il basket perchè...". Peccato perchè l'idea era carina. In palio ci sono i biglietti per le Final Eight del campionato. Di Pietro no-spam!
Mi arriva un'altra mail, questa volta però non spam, dall'Ufficio Stampa dell'Italia dei Valori, che invita i blogger all'incontro nazionale del partito a Vasto dal 5 al 7 ottobre. Mi consolo: non ci hanno dato il Nokia N95 in prova ma almeno ci invita Tonino :) Alice, Vinicio...è tornato Virgilio!
Dopo averne pianto la sparizione, o meglio il cambio di "genere" pochi mesi fa, è bastata un'estate senza Virgilio a far cambiare idea a chi aveva pensato di relegarlo a "motore di ricerca" dentro ad Alice. Mentre aspetti leggiti altri 2 capitoli
Sono sempre stato un fan del "crisis management" ammiccante. PS: un simpatico squatter ha acquistato Anobii.it e ci ha messo il proprio profilo di Anobii... bah YouChoose: scegli il candidato su YouTube
YouTube dedica uno spazio (bipartisan) alle elezioni presidenziali americane. Ogni candidati, democratico o repubblicano, ha il proprio "canale" in cui posta i video e riceve le domande da parte degli utenti/elettori. Molto interessante la suddivisione per topic e la possibilità di postare video-domande, anche se non mi è del tutto chiaro perchè la parte "Debates" non è doppia ma di uno schieramento alla volta... Non so quanto questo influirà sui risultati elettorali, ma è comunque un inizio di partecipazione che farebbe bene anche dalle nostre parti, invece di utilizzare Second Life! Ridateci il bello di Internet!
Navigando in giro (ammetto, ero su IlManifesto.it ...) ho trovato un banner simile a questo: Che porta al sito Amici di Virgilio. Questo Post Serio (è proprio il titolo del post) spiega le ragioni dell'ideatore. Personalmente non ho mai usato Virgilio nè come portale nè come motore di ricerca, però l'iniziativa mi sembra carina e mi sento di supportarla, perchè devo ammettere che un po' ci ero rimasto male quando Virgilio era stato "ucciso"... Zurich ti spiega il TFR su Youtube
Web deisgn... da spiaggia!
Forse non è bello da dire, ma credo che l'home page del sito Allen Cox (banner su Repubblica.it) sia la più brutta che abbia mai visto da quando navigo sul web... PS. e ho anche dovuto apsettare un bel po' di tempo perchè il simpatico falsh si caricasse... Ikea impara dai propri errori... ma ne fa di nuovi :)
Pare che Ikea abbia parzialmente imparato dai propri errori. Adesso la landing sembra sempre una pagina del catalogo scannerizzata, ma almeno hanno pensato di linkarla! Problemino: il link dà errore, in quanto hanno inserito due back slash invece dei normali slash... (http:\\www.ikea.it) A greener conversation
Molto spesso si pone l'attenzione su iniziative promosse dalle aziende per coinvolgere i propri mercati nella vita delle aziende. Ma è altrettanto importante ascoltare e reagire ai segnali provenienti dall'esterno. Un esempio positivo di come sia evoluto il dialogo tra l'azienda e i propri stakeholder è quello della Apple. Qualche mese fa Greenpeace aveva promosso la campagna Green my Apple. Nonostante i toni duri delle critiche, la campagna non era volta a screditare e a mettere sotto accusa l'azienda, ma a promuovere un cambiamento positivo. Tanto che proprio gli appassionati di Apple sono stati i primi ad essere coinvolti nella creazione di annunci pubblicitari per "una mela più verde". Greenpeace ha immediatamente commentato. Niente freddi comunicati stampa o acquisti di ricerche "imparziali" o mobilitazione della stampa in direzione contraria. Ogilvy scrappyblog - a slice of working life
Bella iniziativa di Ogilvy Uk per il lancio del Fellowship Programme 2008: per il recruiting dei migliori candidati l'agenzia ha creato un blog anzi uno "scrappyblog". seb said... Is it possible to start in December? I saw that the program is starting in November. The problem is that I will have my exams only on the 8th of December. che tenero! YouLeft: YouTube entra nella comunicazione politica offline
Ho trovato su Mastroblog questo manifesto della Sinistra Giovanile (clicca qui o sull'immagine per vederlo ingrandito). Sono d'accordo al 100% sulle valutazioni di Raffaele, quindi rimando al suo post. L'online che va sull'offline era come il padrone che morde il cane, ovvero faceva notizia. Adesso accade meno perchè è sempre più comune trovare nelle riviste, nei telefilm, nei TG, nei quotidiani ampi riferimenti alla rete. Comunque, indipendentemente dalle idee politiche, questo manifesto è davvero fantastico :) La blogosfera lascia il segno
Alcuni giorni fa, Max, ha riferito della sollevazione della blogosfera contro il progetto del portale italiano del turismo e relativologo. La protesta si sta trasformando in una proposta. Forse è un'utopia e non si riuscirà a riprogettare il sito, ma mi sembra comunque un grande segnale. "Let's chat" La Signora Clinton e il Political Marketing
La moglie dell'ex Presidente Bill Clinton si candida ufficialmente per le elezioni presidenziali del 2008 negli Stati Uniti e il primo annuncio lo da online con questo video. Una curiosità, ma se lei diventasse Presidentessa, Bill diventerebbe il "First Gentleman"??? :-) ytic eht dna xeS
Avete mai visto Sex and the city? Vi sarete allora accorti che Carrie usa sempre un computer Apple, uno di quelli vecchi, almeno nelle prime serie. Non conosco l'esatta data del capovolgimento della mela, certo è che ho notato nell'ultimo anno l'uso abbondante del nuovo macbook per brochure e depliant di vario tipo, compreso un albergo sardo in cui sono stata l'anno scorso. Fiat crea un corporate blog: Bravo!
Leggo da Mantellini (anche se scroprire che IMlog non è tra i blog che legge mi ferisce non poco...) che ieri ha preso vita il corporate blog di Fiat dedicato alla nuova Bravo: si chiama Quelli che Bravo. Quello che mi piace: Quelllo che non mi piace: Al momento non vedo aspetti negativi. Li aspetto al varco per verificare la frequenza di aggiornamento e la capacità di reagire effettivamente alle osservazioni/critiche dei lettori. Ah, adesso che ci penso una cosa che non mi piace c'è: se il blog l'avessero fatto per la Brava il titolo mi sarebbe venuto meglio! :) L'importanza della... persona!
Cari lettori di IMlog, oggi ti scrivo riguardo alla vostra nuova funzionalità, leggi qui! Probabilmente sono rompicoglioni io, anche se preferisco dire puntiglioso... :) Mi riferisco in particolare alla disattenzione riguardo al modo in cui ci si rivolge all'utente e al mancato rispetto di un registro unico: prima si parla utilizzando la seconda persona singolare ("Cerca", "Acquista", "Leggi") e dopo con quella plurale ("Registratevi", "Scegliete"). Anche grosse aziende, che spendono cifre importanti e che basano il proprio business in massima parte sul proprio sito web non ritengono, evidentemente, una cosa importante applicare un codice univoco. Due casi a mio modo di vedere esemplari: Dell e Apple. Comune denominatore: entrambe le aziende curano i propri siti web tramite le sedi europee e non hanno un team italiano dedicato. Diesel: recruiting paradisiaco
Diesel ha creato un sito di recuiting molto originale, in linea con la comunicazione aziendale. Grazie a Martina ho scoperto il "paradiso delle risorse umane". AL di là della scarsa usabilità del sito mi pare interessante e lodevole il fatto che si investano risorse per la creazione del sito di recruitment aziendale, quando la maggior parte dei siti di questo genere non riportano altro che form e tabelle. Questo fa pensare che Diesel come azienda investa sul personale e sicuramente invoglia gli interessati a candidarsi. Potremmo parlare di recruiting 2.0? :) Ricordati di me
Una campagna di 3M forse un po' maschilista, solo un po' però :). Clicca l'immagine per ingrandirla. Un blog di valore
Ieri ci è giunto l'invito a partecipare ad un incontro organizzato dall'Italia dei Valori e che avrà un'area riservata ai blogger. Credo che a tutti sia noto che Antonio di Pietro ha un suo blog e che sta curando con scrupolo la comunicazione via internet. Si tratta di un segnale di riconoscimento della capacità dei blogger di influenzare la vita politica e sociale del paese. L'incontro sarà a Vasto dal 21 al 24 settembre. Internet sul telefonino? Attendere prego
Andare in vacanza senza Internet era un obiettivo difficile da raggiungere, specie per chi come me ha deciso di andare in Italia, e non in Patagonia, paese di facile accesso alla rete (vedi Internet Point). Sono andato in Sicilia in zone dove di Internet Cafè non ce ne era poi molti. Così, un pò per vedere quelle 2 azioni sulla borsa americana, un pò per le previsioni del tempo e non per ultima per quella mania di spippolamento in rete che mi porterò dietro forse per sempre, ho deciso di usare il mio nuovo Nokia N70, telefono quasi spaziale gentilmente offerto in promozione dalla Tim. Si, perchè alla Tim, fanno alcune strategie che non comprendo, ma aver pagato 100€ di meno un cellulare super arricchito di funzioni, a rate di 7€ in bolletta, merita una nota di merito. Così decido di sfruttare il sistema operativo Symbian OS con il browser (copio-incollo dal sito) multifunzione WAP 2.0 XHTML/HTML e uno schermo grande (176x208 pixel, fino a 262.144 colori, ri-copio...) per vedere (in teoria) Internet sul telefonino. Se ne parla dal 1998....hanno scritto tutto e di più, hanno fatto previsioni mercato con break even point a 3 anni fa e la tecnologia non manca....(sempre in teoria). Nella pratica mi trovo di fronte ad una differenziazione di prodotto (servizio) alquanto curiosa, almeno per il consumatore, che spesso non ha la preparazione per comprendere a fondo (insomma gli esperti di marketing sono lo 0,0001% degli italiani...). Il 119 della Tim mi propone di acquistare una promozione su Maxxi Wap, 10 euretti per 80MB di traffico. Proviamo. Scopro al telefono con la gentil signorina (oh, stanno migliorando nel customer care, dopo le assistenze di bassa qualità, a favore di un tele-marketing ossessivo, che facevano un annetto fa....) che sono un ignorante, altro che studioso di marketing..): non so infatti che, se volessi usare quei MB per navigare da notebook, collegandomi da questo al mio N70, non potrei. Infatti se proprio lo vuoi fare devi acquistare Maxi Tim Web che costa 20 eurini. Vabbè son pochi soldi, che me ne importa. Senza considerare altri cents (non mi ricordo quanti, mi sono perso, che strano, tra le tariffe..) che devo pagare ogni volta che mi collego a iBox...vabbè son centesimi. Alla mia mente sovviene quell'articolo di anni fa che metteva a confronto le tariffe degli operatori mobile, sostenendo in finale che non ci si capiva un'acca. Se l'autore dell'art. prova oggi a farne una seconda versione con le tariffe che ho trovato sul sito di Tim, rischia di morire d'inedia.. Ma ancora di più mi incuriosisce sapere che gli stessi pacchetti di dati TCP/IP costano diversamente e hanno bisogno di 2 promozioni Tim diverse per poterli scaricare..Insomma, lo so che non devo navigare in Internet in vacanza, ma solo sulle barche, è salutare, ma questa discriminazione dei byte mi inquieta un pò. Il consumatore, che già spende diversi euri in TLC non può essere invogliato a provare le applicazioni con queste discriminazioni di prezzo penalizzanti e le applicazioni senza utenti, sappiamo bene, non crescono. Non si sviluppa business, non c'è l'indotto, non c'è benzina a sufficienza nel motore. I-mode di NTTDocomo al contrario insegna come far decollare un'applicazione rapidamente (prezzi bassi, molti servizi), ah già ma noi non possiamo fare come in Giappone, siamo un paese così lontano, dicono.. Ok ho capito tutto (intanto mi faccio un bagno nell'acqua limpida in provincia di Siracusa, ma il cervello non è ancora andato in energy saving...): ricerca di massimizzazione del profitto della TLC puntando sul target degli innovatori incalliti (e su quello ben più ampio di coloro che non hanno capito cosa stanno acquistando) che vogliano sempre l'ultima novità tecnologica. Le nostre TLC non scelgono invece di aumentare l'ARPU, aumentando il numero degli utenti e quindi i profitti in termini assoluti. Non ho i bilanci in mano e quindi soprassiedo (si, c'ho anche da guardare il barocco siciliano, non posso mica pensare alle TLC ora..), però qualcosa continua a ronzarmi nel cervello (anche se molto in un angolino rimasto ancorato all'ufficio, ancora qualche giorno e poi sparirà...). Metto da parte le mie ruminazioni e navigo finalmente sul cellulare. Alè, sito di Google che in automatico mi riconosce possessore di un cellulo, e mi propone una bella paginetta adattata al piccolo display. Ma come sono bravi alla Google! Ah già, ma questa non è una novità, ma solo l'ennesima conferma che c'è qualcuno che la rete la conosce bene. Un clic e vado alla mia google home page personalizzata. Agilmente. Mi galvanizzo. Con baldanza vado su Repubblica ad approfondire le news. Ahi: la pagina è lentissima a caricarsi e non è ottimizzata per il mobile. Forse dovevo fare un altro URL apposito...nel frattempo con il mio mouse passo da link a link (operazione un pò lenta, nonostante telefono di ultima generazione) prima di trovare un link sul mobile in Repubblica, che si carica con lentezza. Pazienza le news, tanto sono in vacanza, quindi niente di meglio che leggere il giornale rosa che mi parlerà di improbabili trattative tipo Ronaldo all'Argentina e Messi al Brasile, tanto 3/4 dei miei neuroni sono immobili in questi giorni. Arieccoci! Il sito della Gazzetta è una tarturuga sul cellulare e mi stiro il dito per fare 150 clic per cercare senza successo il link per la versione mobile della pagina. Negativo. Ok. Pazienza. Tanto il calcio vive solo di scandali e quasi non si sono accorti in questo paese che siamo Campioni del Mondo. Ri-soprassiedo. Vediamo le previsioni del tempo che nell'appartamento che ho affittato qua non c'è la televisione e non credo che qui ci siano gli sciamani. Vado con il sito per me must del tempo: Meteolive, così domani scelgo se andare al mare o a fare la visita ai Mosaici di Piazza Armerina. Niente....immagini gigantesche per questo browser, navigazione inesistente, mi stanco e siccome ho voglia di andare al mare, prendo la maschera con il boccaglio e parto nell'acqua splendida. Più tardi, la mente in relax produce l'idea che sono solo i siti italiani che non hanno la versione mobile facile. "Noi italiani siamo anni indietro rispetto agli USA e UK", sento dire e ridico da tempo immemorabile. E allora basta siti italiani. Vedrai che i big della rete non mi deluderanno. Vado diritto su Yahoo pregustandomi di sfogliare le news di mezzo mondo. No....altra delusione. Yahoo.it non mi riconosce in automatico e mi presenta il portale per intero, navigabile superlentamente visto il mio WAP... Stop. Decido di andare avanti come gli antenati...con i giornali, le previsioni del tempo le chiedo alla vicina di casa e l'unico testo che leggo sono i menu dei ristoranti, le etichette del Nero d'Avola ed i miei libri dell'estate. Non senza però essere deluso dall'esperienza dell'Internet in mobilità. I più mobili di voi diranno che se volevo navigare mi dovevo portare dietro il mio notebook o al minimo il mio palmare per collegarlo via Bluetooth al Nokia. Ma l'obiettivo di questa vacanza era il relax, non i device (abitudine nella quale sono ricaduto, roba da clinica di disintossicazione). Non ci sono problemi: non userò Internet in vacanza, fino al giorno in cui i clienti avranno valore singolo pari a € 10 alla milionesima potenza. "Ah guarda cara....c'è un Internet Point: vado a controllare la posta....." Buon rientro a tutti Turisti Protagonisti. Un diversivo?
Da un brutto e criptico banner su Repubblica, con immagini sgranate e un italiano opinabile: "Bentornati! Alla squadra che farà vincere ancora l'Italia", arrivo su Turisti Protagonisti., il sito per migliorare il turismo in Italia voluto dal Vice Presidente del Consiglio. Già dalla homepage mi intristisco un po' (e dopo averlo navigato e avervi interagito mi intristisco ancora di più e poi mi arrabbio). Del sito vale veramente poco la pena di parlare: brutto, immagini a bassa risoluzione, incongruenze macroscopiche tipo: se è il sito per gli italiani andati in vacanza all'estero perchè trai i paesi elencati si trova l'Italia? e che valore hanno interventi dove non è indicato il paese? e gli SMS senza nessuna categorizzazione? Non capisco davvero a cosa serva. Che la mossa sia stata un modo per distogliere l'attenzione dal tanto atteso Portale del Turismo Italiano? Il "mitico" italia.it di cui già si parlava un anno fa e che è ancora "coming soon". Secondo me con questa pallida iniziativa non si è fatto altro che farci tornare in mente i nostri 40 milioni di euro di contributi ancora parcheggiati in un progetto impolverato. Dimenticavo, guardatevi pure la pagina che parla del lancio di Turisti Protagonisti e il PDF della campanga lancio: 3 pagine, 9 MB e un errore di battitura in 20 righe di testo, bah. Di materiale su cosa pensino gli italiani dei loro viaggi se ne trova a vagonate online su blog e siti, come ad esempio uno tra i primi in Italia per numero di visitatori come Turisti per Caso (ciao Roberto!) il cui forum è spesso ben indicizzato nei motori di ricerca per quanto riguarda mete e opinioni su viaggi e turismo. E poi bisognerebbe interrogare anche gli stranieri che vengono regolarmente rapinati dai tassisti e da alcuni baristi e ristoratori sciacalli che rovinano la reputazione del paese... Lo ammetto, a dare consigli siamo bravi tutti, ma a fare un sito così poco utile e mal strutturato sono stati bravi solo loro. E con i nostri soldi :(( Viva la Spagna! Corporate blog: Yahoo! vs Google 1 - 0
Questa volta non ci sono dubbi, Yahoo! ha surclassato Google! Non parlo nè di fatturato nè di tecnologia di ricerca, ma dei rispettivi corporate blog. Il primo post è di ieri, 1° agosto, alle 10.30 PM. Il nome non è proprio il massimo, soprattutto per un non angolofono, ma il mood è proprio 2.0 :) "Think of this site as the front door to our home (work with me as I posit a questionable metaphor): In our kitchen, we’ll offer you a cup of coffee and direct you to the fridge door, where we’ve displayed the things we’re most proud of. We’ll demonstrate our latest inventions from the workbench in our garage, engage in healthy debates around the dining room table (pass the pepper, please), and sink into overstuffed chairs in the living room to share some of our favorite photos. We’ll point out the shower where we do our best thinking (apologies for the visual) and the den, where we goof around. All with the goal of getting to know each other a little better. Mi casa es su casa. We’ll just call you Kramer." Se consideriamo che il primo post del Google Blog è stato, almeno secondo gli archivi, questo... DELL corporate blog: dal "Dell hell" al "one2one"
Anche Dell ha finalmente fatto il proprio ingresso tra le aziende che bloggano. Partiamo però dalle seconde :) E invece ecco quello che mi piace: In definitiva il mio voto è alto. Sinceramente da un'azienda come Dell non mi sarei aspettato un "prodotto" del genere così ben fatto da subito. Rubel si lamenta del fatto che non sono partiti con un'intervista a Jarvis riguardo al famoso "Dell Hell". Beh, sono d'accordo che un'azienda che decide di bloggare deve tener presenti i blogger più importanti e famosi, soprattutto se parlano dell'azienda, ma impostare la porpria comunicazione principalmente su quello mi sembra eccessivo. Il corporate blog deve parlare ai clienti, non giocare con il proprio ombelico come molti blog fanno (e anche Jarvis alla fin fine si è fatto 8 pagine di post sull'argomento cavalcando l'onda...). Avercene di corporate blog così! Last Minute, last blog
L'ultima (ma non ultima) iniziativa aziendale che ha a che fare con i blog è quella di Lastminute.com, che con Vivilastminute inaugura, in collaborazione con Typepad, un servizio di blog per i propri utenti focalizzato sui viaggi e le vacanze. L'idea è quella di creare un network di blog, se proprio vogliamo dirlo una community, incentrata sul business dell'azienda. Gli utenti possono bloggare le proprie vacanze ed esperienze e condividere opinioni, in modo da creare una sorta di "upselling virale" per Lastminute. "vivilastminute.it , una nuova generazione di viaggi. Crediamo nella creatività, nel relax e nel lato più piacevole della vita. Ogni movimento, ogni spostamento su e giù per il mondo è un nuovo modo di vivere e divertirsi. Ovunque tu sia, sei libero di creare il tuo viaggio secondo i tuoi desideri. Entra nella nostra comunità e potrai conoscere un nuovo modo di viaggiare e di condividere le tue esperienze .... ...segui la nostra filosofia e vivi lastminute!" A me questa cosa piace molto, non lo nascondo, perchè sono convinto che la frase di Bezos "a competitor can never copy a culture" sia porfondamente vera. Ferrari: corporate blog a numero chiuso
Anche Ferrari ha un proprio corporate blog ma... non so com'è! :) Accendo dalla home page del sito istituzionale infatti si arriva a questa pagina, che, a mio parere, è tutto fuorchè invitante ed "inclusiva". Sinceramente è un apporoccio che mi trova in forte disaccordo: perchè richiedere l'iscrizione prima di accedere al blog? Perchè non lasciare che tutti possano leggere le opinioni ed i post dei piloti e del team? Occasione sprecata. Il passaggio da 1.0 a 2.0 è meno semplice del previsto ;-) Pirelli: la TV per promuovere il web!
Un film online promosso con spot televisivi è una cosa già di per sè abbastanza strana. Se a farlo poi è un'azienda offline che più offline non si può è un vero e proprio "caso da manuale". Pirelli sta promuovendo da qualche giorno "The Call", che viene identificato come "il primo film Pirelli" e per il quale ha reclutato nientemeno che John Malkovich e Naomi Campbell (già testimonial per altre campagne). The Call viene promosso con spot tv e cartellonistica, con un esborso economico non da poco immagino. Il sito, pur essendo interamente in flash e non del tutto utilizzabile con Firefox, non è affatto male. C'è la sezione "Extra", c'è quella "Donwload", c'è perfino un gioco (bruttino), oltre ovviamente alla possibilità di inviare il video ad un amico. Anche se a dire il vero il link è un po' nascosto, considerando le potenzialità virali dell'iniziativa. Il fatto poi che il sito sia Pirellifilm.com lascia pensare che ci sia la volontà di continuare su questa strada e di aggiungere altri video. La finalità non può essere altra che quella di fare branding (non che ci sia nulla di male eh!), ma in ogni caso ben venga ogni iniziativa che possa dare visibilità al web sugli altri mezzi e verso un pubblico diverso. PS: sono malato io o anche qualcun altro ha pensato che il fatto che il calendario Pirelli venga chiamato "The Cal" abbia influito sulla scelta del titolo? E' tutta una questione di fiducia
Oggi su Repubblica.it, ho trovato banner (in realtà skyscraper e leaderboard) con delle facce strane e il logo di eBay. La landing page infatti è questa: www.faipiuaffariafidarti.it La fiducia è un tema cruciale per l'e-commerce, in particolare poi per un operatore come eBay, tramite il quale sono privati (quasi sempre) a vendere. E' molto interessante il modo in cui viene presentata questa iniziativa: le immagini sono quasi grottesche, mentre il contenuto è molto serio. Addirittura vengono riportate le testimonianze di "esperti" di diverso genere: un esperto di fiducia in senso sociologico, Gianpaolo Fabris, un esperto di fiducia in campo economico, Alan Friedman, e un esperto (...) di nuove tecnologie, Carlo Massarini. Il messaggio ovviamente è "fidarsi è bene, fidarsi di più è meglio" e direi che tutto l'"ambaradàn" messo su funziona. Che siano tutte e 3? :) Il web 2.0 è partecipazione
Grazie ad un bellissimo articolo apparso sull'ultimo numero di Internazionale apprendo che Jeff Skoll, uno dei fondatori di eBay, dopo aver lasciato l'azienda ha deciso di utilizzare gli svariati milioni di dollari accumulati con la quotazione per fondare una casa di produzione cinematografica indipendente, la Participant Porductions. In pratica è una casa di produzione "etica", o "socialmente attiva", come la si voglia chiamare. Ogni film risponde ad un'esigenza sociale e denuncia o sensibilizza riguardo ad uno specifico tema: la libertà di stampa, la dipendenza degli stati dal petrolio, i diritti civili per le donne ecc. Cosa c'entra con web 2.0? Immagino che qualcuno di voi se lo stesse chiedendo :) Un blog partecipativo insomma, una sorta di forum al tempo dei blog, un Digg sociale. Chiamatelo come volete ma mi pare proprio che colga appieno lo spirito del web 2.0 da diversi punti di vista: da quello sociale, inteso come tematiche trattate, a quello partecipativo, mettendo a disposizione degli utenti (e contributors di conseguenza) la visibilità conquistata dalla casa di produzione, a quello tecnologico, utilizzando lo strumento di publishing che sta sempre più cambiando la fisionomia della rete. Diciamo che fa quello che a Beppe Grillo, polemiche relative al ghost writing (matellini, dotcoma) a parte, viene rimproverato di non fare: coinvolgere gli utenti! Blog e politica: il caso Moratti
Ormai l'utilizzo dei siti web e dei blog da parte di candidati politici per fare campagna elettorale non sono una novità. Abbiamo già visto quelli di Scalfarotto, Prodi, Cofferati (anche questo molto poco aggiornato), Pecoraro Scanio, Bertinotti, La Russa ecc. ecc. Oggi ho scoperto quello di Letizia Moratti. Devo dire che non fa eccezione. Gli aspetti negativi dal punto di vista comunicativo e formale sono davvero rilevanti: le immagini sono sgranate, i testi sono piatti e senza nemmeno un bold o qualche evidenziazione, i colori sono smorti. Ma il vero fiore all'occhiello è la parte "interattiva", gestita in una modalità che sta tra il blog e il forum. La sezione si chiama "Dì la tua", divide la città in 9 zone e richiede all'utente non di scegliere il proprio quartiere (e già per un sindaco partire con una divisione...) bensì addirittura la propria via! Inoltre le tematiche sono già decise a priori, quindi gli utenti e potenziali elettori possono solo dire la loro sugli argomenti fissati dalla Moratti. Le domande che mi faccio sono le seguenti: davvero la Moratti leggerà tutti quei siti/blog? Che senso ha comprare 4.000 domini invece che avere più sottodomini su un unico sito? Ha senso utilizzare un mezzo interattivo, fatto in teoria per entrare in contatto con la gente, e poi non accettare i commenti negativi? Fissare gli argomenti non significa privare i cittadini della possibilità di manifestare i temi di loro interesse? Avere un sito del genere, IMHO, è del tutto inutile. Virlice
Nato nel 1995 da Carlo Gualandri e Paolo Ainio, dopo varie vicissitudini proprietarie, Virgilio, il portale per eccellenza in Italia, scompare. O meglio, si rannicchia quatto quatto nel motore di ricerca del neonato portalone Telecom Italia chiamato "fantasiosamente" Alice.it. Nella tab di Firefox si legge "VAlice Oggi": il portale infatti è ancora una creatura ambigua che mostra entrambi i loghi in rotazione e se cliccate su ADSL si apre Alice (un'altra) che dice Alice, l'ADSL di Telecom Italia. Per tornare sul portale dovete cliccare su 'Oggi'! Insomma un po' caotico. Personalmente mi dispiace che facciano sparire un marchio simbolo dell'internet MADE IN ITALY, uno dei pochi portali con dell'ottimo contenuto editoriale e in continua crescita di utenti. Punteranno davvero sui contenuti multimediali arricchendo e diversificando l'offerta oppure svuoteranno lentamente il portale per farlo diventare una porta d'entrata per la webmail e i servizi a pagamento? Aperti per ferie
Anche quest'anno IMlog non chiude; ci daremo il cambio, con Matteo e Max, per moderare gli interventi e continueremmo a pubblicare articoli e commenti, anche se con frequenza ridotta, per tutto il mese di agosto. By the way: buone vacanze!! E' la concorrenza, Baby!
Dura la vita di chi, dopo anni vissuti da monopolista, si ritrova all'improvviso a doversi confrontare con la concorrenza; si rischiano reazioni scomposte e cadute di stile. E' un pò quello che sta succedendo ad una azienda di firenze, ex monopolista, che si occupa in toscana della vendita di gas; nelle ultime settimana la società fiorentina ha fatto appendere all'interno dei portoni di buona parte dei condomini nel territorio comunale un foglio promozionale dal titolo "Attenzione alle informazioni false ed illecite". Ne ripubblico qualche stralcio per far intendere il tono di questa comunicazione.
"In questi giorni, alcune agenzie di procacciamento affari stanno proponendo, casa per casa, un nuovo contratto di fornitura gas a favore di una società concorrente.
Molti nostri Clienti ci segnalano illeciti comportamenti commerciali riferiti sia all'offerta sia alle argomentazioni con le quali questa offerta viene presentata ... Ricordiamo a tutti che si può recedere da un contratto, anche già firmato, entro 7 giorni, senza alcuna spesa." Ecco, ci sono almeno tre ragioni per cui, da cliente di questa azienda, ho trovato irritante questa comunicazione. 1. se, come azienda, siete a conoscenza di illeciti siete pregati di fare nomi e cognomi; diversamente è solo fumo negli occhi per spaventare chi potrebbe essere interessato ad una alternativa al vostro servizio. 2. trovo un filino offensivo che si parli di "tutelare il cliente"; io mi tutelo da solo, grazie mille! Dalla azienda, ripeto, ex-monopolista, mi aspetto un servizio di fornitura che sia eccellente ed una gestione del servizio all'altezza, ma nessuna tutela, grazie! 3. Sotto il logo dell'azienda campeggia, bella grande, la scritta "Quelli che ci sono veramente" Ecco, cara azienda, ho un messaggio per te; sono io (cliente) a decidere se voi ci siete o no e, ancora, se ci sarete per altri 200 anni o se morirete domani. Siete voi sotto tutela del cliente e non il contrario; questa è una lezione che evidentemente questo ex-monopolista non ha ancora compreso. A proposito di usabilità
Il problema dell'usabilità dei progetti di comunicazione digitale è molto dibattuto in Italia tanto e vero che ci sono diversi siti, articoli e libri che ne parlano diffusamente anche se molto spesso vengono approfonditi più i requisiti formali più che sostanziali che afferiscono alla sfera dell'usabilità dei contenuti. Molto meno diffusa è infatti la cultura dell'usabilità del marketing. Mi spiego meglio, sono ancora poche le imprese che si interrogano in profondità sull'impatto che le loro strategie di comunicazione e di marketing hanno nei confronti dei loro pubblici. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Una buona parte dei siti web aziendali, ad esempio, sono ancora "autoreferenziali", i contenuti concepiti soprattutto in funzione di chi "emette il messaggio" e non di chi "ne fruisce" Alla crisi generalizzata dell'attenzione e alla progressiva frammentazione delle audience si continua a rispondere con la ripetizione del messaggio e con la sua spettacolarizzazione, poiché qualcuno in virtù di una folta letteratura disponibile sul marketing esperienziale, ritiene che la risposta sia la "teatralizzazione del marketing". Questa strada che in alcuni casi ha funzionato molto bene, in altri si è rivelata scarsamente efficace. Di usabilità del marketing se ne sta parlando molto poco, per questo ho cominciato a scrivere su questo argomento, con l'obiettivo di diffonderne la cultura. Ma il marketing non dovrebbe per sua definizione porre il cliente al centro dell'attenzione? In teoria si, ma come ognuno di noi sa molto bene, questo avviene molto raramente. C'è purtroppo un totale disallineamento tra la promessa che viene fatta in pubblicità e l'esperienza reale vissuta quotidianamente nei momenti e nei luoghi di contatto con un brand, come ho già avuto modo di scrivere In quale modo i mezzi interattivi come un blog, un sito web, un buon call center, i chioschi digitali, le newsletter e via discorrendo, possono essere ridisegnati in termini di progettazione dei contenuti per realtà diverse che hanno obiettivi e necessità differenti e che si rivolgono a pubblici differenti? Questo è forse un tema che non è stato dibattuto a sufficienza nel nostro Paese. Utilizziamo spesso a sproposito il termine interattivo, senza averne compreso a pieno tutti i risvolti. Che cosa è realmente l'interattività, in che modo può accrescere il valore di un progetto di comunicazione agli occhi di chi lo deve fruire? Questa mancanza di cultura è ancora più evidente se esaminiamo i primi progetti di pubblicità interattiva sulla televisione digitale terrestre. Stiamo facendo le prime esperienze con le tecnologie digitali, ma abbiamo bisogno di lavorare molto su nuovi linguaggi, per arrivare a far compiere alla "comunicazione" quel salto qualitativo che le permetta di colmare il gap ancora troppo ampio tra le aspettative spontanee o indotte e le esperienze realmente vissute" dai clienti attuali e potenziali destinatari delle diverse campagne. Modificare per un'impresa il proprio approccio di comunicazione senza adattare la propria organizzazione in una direzione più orientata al cliente sarebbe davvero un lavoro incompiuto, per questo dovremo lavorare più intensamente per una comunicazione ma anche e soprattutto per un marketing più usabile. Blog e comunicazione interna
Torno a parlare di blog, stimolato da un post apparso su CorporateBlogging relativo ad una ricerca di Nordisk Kommunikation eseguita su un campione di 12.000 impiegati. La survey vuole fare il punto sullo stato della comunicazione interna aziendale. Pur essendo uno spaccato che si riferisce al mondo scandinavo, credo che i risultati siano comunque interessanti e probabilmente estensibili ad altri paesi europei. In generale devo dire che, nella mia esperienza, la comunicazione interna è, un po 'come il crisis management, una disciplina largamente ignorata o gestita senza troppa attenzione. I risultati della survey sembrano confermare: - Il top mangement non è ritenuto credibile e comunque non è visibile. Solo 4 dipendenti su 10 ritengono che i top manager facciano realmente ciò che dicono. - La comunicazione della strategia non funziona: solo il 50% ritiene di conoscere obbiettivi e strategie aziendali - il 50% ritiene di non essere sufficientemente informato circa i cambiamenti che interessano l'azienda. E qui, naturalmente, veniamo al ruolo che i blog interni potrebbero ricoprire nell'informare e nell'ottenere feedback. Senza naturalmente tralasciare l'eventuale ruolo del "blog del grande capo" ovvero di colui che dovrebbe affermare e rafforzare il suo ruolo di leadership interna. Ovviamente i blog non bastano, e la perentoria affermazione del buon Jonathan Schwartz (Sun) "If you want to be a leader, I can't see surviving without a blog" può essere condivisa, ma senza eccessi. Il blog è uno strumento con un grande potenziale in questo senso, ma non può certo essere l'unico. Inoltre, come ho sottolineato in altre occasioni, la natura interattiva , conversazionale, deve essere ben compresa da chi ritiene di utilizzarlo; comunque sempre nell'ambito, sarà bene chiarirlo, di una politica di comunicazione interna complessiva e ben definita nei suoi obbiettivi e strumenti. Resta il fatto che l'utilizzo di blog, podcast e altre tecnologie di rete offrono una grande opportunità per recuperare il tempo perduto e per focalizzare l'attenzione del management su un tema così rilevante della vita aziendale. Blog e Stampa
Le interazioni tra blog e stampa tradizionale sono un fenomeno in forte crescita negli ultimi tempi, specie negli States; questa mattina, aprendo la mia rassegna "stampa" su Bloglines, ho trovato tre news tutte sul medesimo tema. La prima viene da Poynteronline: pare che nelle prossime settimane Newsweek inizierà a pubblicare, vicino agli articoli, anche i link rilevanti trovati su Technorati copiando in un certo senso il modello di Google con gli AdWords. In questo modo chi, leggendo l'articolo, sarà interessato ad approfondire le tematiche in esso contenute potrà andare online e seguire la traccia di Technorati. La seconda news riguarda il New York Times (via Micropersuasion) che, nella sua edizione cartacea, ha iniziato a pubblicare una rubrica con gli spunti più interessanti provenienti dalla blogosfera (What's Online). Ultimo, ma non per rilevanza, l'annuncio del L.A. Times che ha messo a disposizione dei suoi lettori un wiki che permette di riscrivere, modificare o integrare l'editoriale del giornale cartaceo. Tutte iniziative molto interessanti che mostrano come l'incontro tra queste due realtà non necessariamente debba essere uno scontro; a me piacerebbe poter "wikare" un editoriale di Vittorio Feltri :) Parole, parole, parole
Parole, parole, così si intitolava un grandissimo successo di Mina del 1972. Parole, parole sono queste le promesse non mantenute di alcune società telefoniche che pubblicizzano un servizio che non ci sarà, di alcune linee aeree che annunciano strabilianti promozioni con prezzi stracciati a caratteri cubitali e supplementi di costo vari in corpo 4. Parole, parole sono le strategie di comunicazione di quelle società che credono che ripetendo all'infinito il loro messaggio diventeranno più credibili, o quelle che fanno scrivere ai propri dipendenti sotto mentite spoglie commenti lusinghieri sul proprio conto in blog ben frequentati, per cercare di "controribattere" alle critiche di consumatori insoddisfatti. Parole, parole sono quelle delle società che utilizzano le promozioni come strumento strategico anzicché tattico, perché non hanno reali "argomentazioni" per fidelizzare la propria clientela. Forse Seth Godin ci marcia, oramai lui ama sbalordire con titoli ad effetto per vendere più copie dei suoi libri. Sappiamo molto bene che l'ultima sua opera è una provocazione. Non tutti i marketers sono bugiardi, ma è altrettanto vero che sono ben poche le aziende ad avere una "customer policy" chiara e rigorosa. Credo (come ho già avuto modo di scrivere), che ogni azienda debba incorniciare questa frase di Jeff Bezos, CEO di Amazon.com in un mega poster da appendere all'entrata in una posizione ben in vista: “It has always seemed to me that your brand is formed primarily not by what your company says about itself, but what the company does" Personalmente ritengo che sia questa l'essenza di un brand, tutto il resto sono parole, parole, parole. Basta poco...
Questa mattina, tornato dalle vacanze, sono andato su BlogLines per dare un'occhiata alle decine di feed nuovi da leggere e mi sono ritrovato davanti l'immagine che vedete qui a lato (cliccateci sopra per ingradirla). Ora, non voglio dire che sono stato contento di non poter leggere i miei feed, ma il modo di comunicare il problema non ha alterato il mio mood e ha fatto sì che aspettassi con pazienza invece che con irritazione che il servizio tornasse up. Devo ammettere che invece di incavolarmi per il disservizio mi è scappato un sorriso. Ho contattato Giuseppe via instant messenger per segnalargli la cosa e anche lui mi ha detto che era "delizioso" e che aveva già salvato lo screenshot. Mi è subito venuto in mente che già un'altra volta avevo avuto la stessa esperienza, e sono andato a rivedermi la pagina Error 404 di ThinkGeek. Probabilmente sono dettagli, e io sono fanatico dei dettagli, ma ritengo che questo tipo di comunicazioni influiscano e non poco sulla considerazione dell'azienda da parte dell'utente (o cliente) e che contribuiscano a creare un'immagine positiva. Quindi semplicemente con un'idea divertente e una pagina ad hoc è possibile trasformare un problema addirittura in uno strumento di marketing. Certo, ammetto che se mentre sto prenotando il mio treno il venerdì pomeriggio mi apparisse l'immagine di un simpatico ferroviere che mi spiega che il servizio è in manutenzione forse il sorriso non ci scapperebbe, ma probabilmente chiamerei il numero verde molto meno arrabbiato... :) Axe: per niente pentita dell’advergaming e della sensualità
AxeFeather è un advergaming virale di grande successo. In Uk in 2 settimane ha visto 2 milioni di downloads. Axe Feather consiste in un'animazione con la quale l'utente, manovrando la piuma tramite mouse, solletica un'avvenentissima ragazza sdraiata su di un letto. L'obiettivo aziendale è quello di promuovere il deodorante Axe al target maschile 16-20. E' un gaming totalmente maschile e sensuale, ma, se il primo punto è una scelta ben precisa, la sensualità è invece un trend di gran parte dell'advertising offline ormai da molti anni. Le agenzie creative fanno comunicazione integrata e riprendono questi temi anche per la rete utilizzando, in questo caso molto ben sfruttando, l'interattività e la multimedialità. Axe Feather infatti è una composizione di video, non proprio economica dal punto di vista dell'investimento in tecnologia. Si dice che la grande sensualità utilizzata distrae dagli obiettivi comunicativi e l'awareness del prodotto va a farsi benedire. In realtà il nome di dominio e il meccanismo virale basato sulla circolazione dell'URL garantiscono il ricordo anche del brand. Per eliminare ogni dubbio sulla perfetta associazione tra il brand e il messaggio, per niente pentita dell'utilizzo della sensualità, Axe si evolve, usando sempre il multimediale in rete in Axe Mojo Master. In questo advergaming in 3D, avvenenti girls seducono pretendenti guys, il quale obiettivo è la conquista di queste sempre più difficili partner, man mano che il gioco prosegue. Il direttore marketing di Unilever lo definisce un gioco dove le opzioni di mosse a disposizione sono illimitate. Il gioco sarà disponibile dal 20 di giugno (adesso sul sito trovate wallpapers e interessanti anticipazioni) e ha tutte le potenzialità per ripetere o migliorare AxeFeather. Del resto, sembra che l'investimento stavolta sia stato molto più impegnativo. Se volevamo la conferma che i brand di largo consumo stanno utilizzando la rete con le modalità necessarie per fare dell'ottimo webmarketing, ce l'abbiamo. Potremmo disquisire sull'utilizzo della sensualità come chiave di successo, ma in tal caso dovremmo reinventare tutta la comunicazione pubblicitaria. Limitandoci all'aspetto più terreno e meno moralista del marketing online, l'osservazione è che Unilevel, titolare del marchio Axe, non usa solo la rete per fare semplice branding. E' un'ulteriore testimonianza del sempre maggiore utilizzo della rete da parte dei marchi di largo consumo, forse gli ultimi a credere nelle potenzialità di Internet per l'advertising. Gli altri grandi marchi del largo consumo, se non l'hanno già fatto, seguiranno ben presto l'esempio. I Blog e l'assalto dei comunicatori
Continua l'"assalto" all'arma bianca delle grandi agenzie di PR (specie americane) al blog. Qui uno degli ultimi esempi descritto in un post di "Beyond PR" . Tutta questa frenesia e questo sfornare decaloghi e apposite "practise" dedicate, mi lascia davvero perplesso. Non vedono l'ora di far bloggare i clienti, e di mostrare che loro hanno capito tutto, ma mi sembra si stiano dimenticando che il blog, specialmente il mitico e immancabile "CEO blog" è uno strumento potentissimo di costruzione ( e per converso di distruzione) della reputazione. E con la reputazione non si dovrebbero fare esperimenti. Secondo un assunto universalmente accettato il 50% della credibilità di una azienda è costituita dalla credibilità personale del suo CEO. A qualcuno sfugge che il blog è personale ? Warren Buffett, celebrato "guru" del mondo finanziario americano, ha detto: "If you lose dollars for the firm by bad decisions, I will be understanding. If you lose reputation for the firm, I will be ruthless." Mi sembra una osservazione molto saggia. Ma come è stato già osservato su queste pagine, la potenza della moda travolge tutto. La normalità dei Blog
Prendo spunto da una ricerca che è stata recentemente pubblicata per riprendere un discorso cui abbiamo accennato già qualche volta, pur senza approfondirlo veramente. Secondo questa ricerca, i Blog non si differenziano affatto (nel risalto delle notizie, nel loro approfondimento e perfino negli aggettivi utilizzati) dalle normali testate giornalistiche. Sinceramente dubito che questa ricerca sia affidabilissima (non per l'imperizia di chi l'ha condotta ma per la sua difficoltà intrinseca), ma penso che riveli una verità che sta sotto gli occhi di tutti. L'unica differenza che c'è tra un blog e le testate giornalistiche è la partecipazione di persone che non svolgono abitualmente comunicazione. Su Imli per esempio i commenti sono molto letti, ma sono scritti per la maggior parte da chi allo stesso tempo ha il 'potere' di postare o di chi - pur non postando - ha ormai assunto una posizione equiparabile. Quello che voglio dire è che la 'rivoluzione' dei blog non esiste; c'è stata dieci anni fa con la nascita di Internet e con la nascita dei forum. Paradossalmente, questa presunta 'rivoluzionarietà' è stata diffusa da giornalisti o uomini che già facevano comunicazione (come Beppe Grillo appunto). Media technique (?)
Leggendo un post di Jim Horton relativo alla triste storia di AT&T (una storia istruttiva, vale la pena di rileggersela), mi sono imbattuto in un paio di considerazioni generali su cui vorrei soffermarmi. L'evoluzione delle tecnologie ha sicuramente avuto un impatto sul mondo della comunicazione, e delle PR in particolare, che il settore non ha di fatto "digerito" e sedimentato. Ancora oggi, se ne è discusso moltissimo su queste pagine, i comunicatori, pubblicitari o PR che siano, usano le nuove tecnologie in modi variamente inappropirati, senza comprenderne le reali dinamiche e la natura. Ma secondo me c'è anche dell'altro. Quello che forse è successo, è che molta parte del mondo delle PR si è concentrato su "come arrivare" il più possibile sui nuovi media, perdendo di vista (non poco) la dimensione delle strategie e dei contenuti. Quando il buon Jim parla di "...loss of meaning to PR beyond a media technique" mi sembra indichi esattamente questo non trascurabile problema di sostanza. Se le PR hanno una immagine così deprimente ( e alcuni commenti postati di recente me lo hanno confermato) è perchè le relazioni pubbliche hanno perso di vista il ruolo consulenziale che le competerebbe. Parlando con i responsabili marketing di molte aziende, emerge un valore aggiunto percepito delle relazioni pubbliche che va poco oltre quello di un servizio fotocopie e distribuzione. (senza offesa per le fotocopie...) Non che la cosa sia limitata al panorama italiano: ho postato di recente sul mio blog un commento alla storia narrata da Sarah Lacy, giornalista del BusinessWeek, che parla del mondo delle PR americane, e, per quanto possa stupire, anche là non mancano i pessimi esempi. Nonostante il pessimismo di Horton, credo che esista la possibilità di recuperare un po' di qualità e di sostanza e, mi piace pensarlo, riuscire almeno ad intaccare la penosa immagine media del "pierre" che oggi mi tocca sopportare. Come dovrebbe essere la pubblicità ideale?
Come dovrebbe essere la pubblicità ideale? Sicuramente è una domanda da un milione di euro. Se la pongono tutte le aziende quando devono pianificare una nuova campagna. E' evidente che non esiste una risposta a questo quesito. First Direct, una delle banche più innovative al mondo per il servizio, ma anche per la sua comunicazione, ha deciso di utilizzare come testimonial della sua campagna direttamente i suoi clienti e non attori professionisti. Il risultato è una campagna fresca e a mio parere molto convincente. Per First Direct il cliente è davvero la cosa più importante e questo non è solo uno slogan. I risultati si vedono, basta vedere la lunga sfilza di premi vinti . Mentre in Italia le banche promettono di mettere il cliente al centro dell'attenzione, Fist Direct sembra che lo faccia davvero, con ottimi risultati
........e tutto il resto sono chiacchiere. La Piaggio innovatrice nel marketing
Ancora una volta Enrico Bianchessi mi stimola sul tema delle relazioni pubbliche, parlando di Piaggio in un commento ad un mio post. Il suo intervento merita maggior risalto, per questo lo vorrei riprendere. Enrico ci segnala l’uso molto innovativo del blog da parte della Piaggio, che è stato accolto negli Stati Uniti in modo molto favorevole. Si parla tanto dell’arretratezza delle aziende italiane nel marketing e nella comunicazione, mentre il marketing della Piaggio è un autentico caso da manuale.
Competence PR
Chi conosce il mondo delle PR, soprattutto dalla parte dei giornalisti (io non lo sono, ma qualche aneddoto mi è arrivato), sa che non è raro (tutt'altro) che chi gestisce la comunicazione di una azienda IT, e deve perciò comunicare al mercato tecnologie, prodotti, soluzioni hardware e software, spesso si muove in una beata ignoranza tecnologica. Non che la comunicazione la debba fare un ingegnere elettronico (Dio ce ne guardi..) ma quel tanto di competenza per capire di cosa si sta parlando, beh, quella non guasterebbe. Lo si capisce a partire da comunicati stampa dove abbondano leadership, aggettivi iperbolici, evidenti "cut and paste" (copia e incolla) di schede tecniche, e gli interventi dei manager traboccano di felicità aziendale (sull'argomento della felicità aziendale, vi segnalo il sito di Phil Gomes, che ha analizzato proprio la "felicità" espressa nelle quotation e ne ha tratto un utilissimo "indice della felicità manageriale") Quello che invece spesso manca, è la necessaria competenza per spiegare in che scenario tecnologico e di mercato si muove quel prodotto, dove sta in azienda, cosa fa, come lo fa, e perchè è diverso dai concorrenti. Insomma mancano i veri contenuti. Un tema questo su cui si è ampiamente intrattenuto anche il buon Jim Horton sul suo blog Online Public Relation. E persino IDC solleva l'argomento quando, in un recente studio, sottolinea come tra gli elementi di freno alla ripresa degli investimenti IT, ci sia una scarsa comprensione delle nuove tecnologie da parte delle aziende. Insomma, le aziende destinatarie delle innovazioni tecnologiche non le comprendono. Sebbene bombardate da una non trascurabile massa di informazioni (o presunte tali) che giungono dalle aziende che vorrebbero vendergliele, le potenziali clienti nicchiano per mancanza di comprensione. Sono tutte stupide ? La mancanza di competenza (sia quella specifica del comunicatore in quanto tale, come quella relativa al settore di attività) non è solo un problemino delle aziende che spendono (male) i propri soldi, ma è causa di un problema più generale. Discutevo recentemente con un collega della diffusa incapacità delle aziende B2B di fare marketing communication. Il fenomeno, da un certo punto di vista, dovrebbe stupire parecchio : d'accordo che è difficile valutare la propria comunicazione guardandola dall'interno, rigorosamente tappati in ufficio (Il famoso "insight marketing"); ma prima o poi ci si dovrebbe accorgere che il mercato non riceve e non comprende i messaggi che mi illudo di aver inviato. O no ? Se i miei clienti attuali e , soprattutto, quelli potenziali non comprendono i miei prodotti, o non li conoscono perchè non riesco nemmeno a destare la loro curiosità, non è che, magari, qualcosa non funziona ? Non è che forse chi gestisce la mia comunicazione in realtà non sta comunicando nulla ? Questa diffusa incapacità è uno (non l'unico, certo) dei motivi per cui le piccole e medie aziende guardano all'innovazione tecnologica con sospetto e timore: perchè investire soldi in una (ad esempio) soluzione web based di cui nessuno ti spiega correttamente (e in modo che tu possa comprenderlo) il funzionamento, le conseguenze dell'interfacciamento col sistema informativo esistente, le conseguenze organizzative, i reali benefit interni ed esterni , etc. etc. etc ? Sarebbe pretendere troppo ? Trasbordare il brand (e salvare capra e cavoli)
Aprendo pigramente sabato mattina il cellophane della consueta rivista settimanale economica in abbonamento, ho notato che il solito pieghevolino incluso riportante le offerte degli stessi portatili della settimana precedente aveva qualcosa di insolito. Mancava qualcosa, per la precisione. La vendita VIP dell'anno ha quindi sorpassato la 'fase comunicativa-finanziaria' ed è entrata nel vivo della fase marketing: il dilemma che si pongono alla nuova IBMLENOVO è sicuramente come salvare il succo della fedeltà alla marca, dal sapore di sicurezza e affidabilità che faceva vendere i portatili neri anche in presenza di un prezzo oggettivamente più alto della concorrenza, essendo obbligati a buttare la buccia del rassicurante brand tri-letteruto.
IBM & Lenovo - Italia
Lenovo ha una posizione di leadership nel mercato in più forte crescita al mondo. L'acquisizione del settore PC di IBM rende Lenovo il terzo fornitore mondiale di PC. Inoltre, sono ora parte del team di Lenovo tutti coloro che lavoravano in IBM per i portatili ThinkPad e i desktop ThinkCentre: gli specialisti, i rappresentanti commerciali, i team di produzione e i business partner. In breve, le persone che già conosci. Le persone di cui ti puoi fidare.
La fine del giornalismo
La vicenda del Rapporto USA sull'uccisione dell'agente Calipari (per un riepilogo di ciò che è avvenuto puoi leggere su Macchianera qui ) rappresenta, a mio modo di vedere, il "segno" della fine del giornalismo così come lo conosciamo; intendiamoci, non penso che i giornalisti di Repubblica o del Corriere debbano temere per la propria poltrona (seggiola o seggiolina che sia) e tuttavia siamo entrati in una fase nuova nella storia dell'opinione pubblica in italia. Se guardiamo alla nascita ed allo sviluppo dei giornali come strumento di comunicazione e di condivisione delle informazioni risulta evidente come ben presto nel nostro paese il giornalismo sia riuscito a vivere SOLO strutturando rapporti di interdipendenza con settori del mondo economico/politico. Quello che è successo ieri, con la notizia della pubblicazione del rapporto in .pdf, lo scoop di Neri e la sucessiva omissione della fonte da parte di tutti i principali organi di informazione, dimostra quanto importante possa essere questo "movimento" di parola. E non si tratta di libertà di informazione, come alcuni politici in vena di strumentalizzazioni si sono affrettati a dichiarare, ma di "rinascita" di una sfera pubblica autonoma ed indipendente, che è tanto più forte quanto più risulta onesta agli occhi di chi partecipa alle sue discussioni. E' la fine del giornalismo, di quel giornalismo che serve solo a far vendere una copia in più di un DVD o di un corso di ceramica; la sfera pubblica ha trovato un nuovo strumento per rappresentare e rappresentarsi. Insomma, ora possiamo davvero dirlo; per fare informazione non serve più essere iscritti ad un ordine professionale, basta aprire un blog :) Blogging Company
Leggevo con interesse la notizia commentata sul blog di Constantin Basturea sul riconoscimento che il CEO di Sun Microsystem, Scott McNealy, ha voluto esprimere attraverso un "award" interno alla blog community aziendale. Sicuramente un bell'esempio di una gestione già matura e intelligente per uno strumento relativamente molto giovane e ancora tutto da scoprire nelle sue potenzialità, tanto più in ambiente corporate. Particolarmente illuminanti i commenti di Andy Lark, vice-president of global communications in Sun. "Molte aziende pensano di introdurre i blog. Non possono. I dipendenti introducono i blog. Lo stesso vale per i blog dei clienti, degli azionisti, e anche per quelli dei top manager." Alla domanda se non fosse preoccupato per quello che poteva emergere in un ambiente così incontrollato, Lark ha espresso un punto di vista più unico che raro: "Perchè nascondere la tua voce? I nostri dipendenti sono persone brillanti e alla fine fanno sempre la cosa giusta. E alcuni di loro scrivono veramente bene. I blog migliorano la comunicazione, all'interno come all'esterno. In realtà i dopendenti hanno compreso che sono responsabili della reputazione dell'azienda in cui lavorano." Il messaggio di Lark in definitiva è: non cercate di combattere i blog. Lo staff aziendale parlerà in un modo o nell'altro, perciò è più intelligente essere un facilitatore che un controllore della rete. Il buon Andy mi fa un po' ricredere sul mio pessimismo in merito al rapporto tra aziende e Blog. Anche se, diciamolo, non so quanti Andy Lark ci siano in giro... Semplificare, sempre!
Molte volte ho chiesto a collaboratori e colleghi di semplificare un processo di acquisto, di rendere un testo il più comprensibile possibile, di eliminare fronzoli inutili che avrebbero potuto impedire ai clienti/utenti/lettori di completare un'azione, di verificare il reale funzionamento di un processo. Tante volte mi sono sentito rispondere: "ma dai i nostri clienti non sono così utonti. I nostri clienti sì che capiscono come funziona internet, i nostri clienti cliccano solo sui bottoni giusti, i nostri clienti leggono tutte le nostre istruzioni". Bene, i commenti a questi nostri post sono la conferma che forse ci avevo azzeccato, solo in quelle occasioni sia chiaro :). Se per caso siete in procinto di studiare un'interfaccia, un testo, un processo, semplificate, eliminate e spiegate con le figure, così forse qualcuno vi capirà. Jeans virali...
LEVI'S, per uscire dalla crisi che la attanaglia ormai da qualche anno, ha deciso di puntare sul marketing virale. Lo spot TV riprende versi di Shakespeare inserendolo in un contesto di pseudo-degrago metropolitano, sulla scia del film Romeo+Juliet. Non mi ha colpito particolarmente e a mio parere non ha la forza dei vecchi spot (da quello con Nick Kamen in mutande in poi...). Inoltre sia sul sito Levi's sia su quello di Radio Deejay viene promosso il concorso "Dillo con Parole tue": in pratica si può inviare un messaggio ispirato alle liriche di Shakespeare. I migliori verranno letti in diretta durante la trasmissione "Playdeejay" e inoltre tutti parteciperanno all'estrazione di un viaggio a Londra e di gadget da ritirare ai Levi's Store. Non so se servirà ad incrementare le vendite, ma la call to action sembra buona ed anche i mezzi utilizzati per la comunicazione "non standard". Sarà un'ideavirus di godiniana memoria? Staremo a vedere! I blog sordi??
Ok; ora sembrerà che, per chissà quale motivo, ce l'ho contro Repubblica.it (ed in effetti ... il restyling del sito non piace neanche a me), ma, navigando tra i blog del gruppo mi è capitato di vedere in alcuni casi una forma di (non)comunicazione molto interessante. Tra i miei link/preferiti su Firefox trovano infatti posto blog frequentati da pochi irriducibili e blog che sembrano animati da una metropoli di persone, ma non mi era mai capitato di vedere Blog sordi. Un blog sordo è un blog in cui la comunicazione che dovrebbe generare valore per tutti i partecipanti nell'interazione post/commenti ... non c'è; l'autore scrive le sue "cose", i commenti prendono la loro strada (speso assolutamente OT rispetto al tema del post) E' chiaro che la visibilità del nome Repubblica.it è un elemento che può esaltare l'esibizionismo di alcuni nel commentare e tuttavia, in questi casi, o si decide di chiudere i commenti (e allora non hai più un blog) oppure l'autore deve lavorare per creare un minimo senso di gruppo che emargini certi atteggiamenti. Una buona parte dei blog di Repubblica.it rappresentano proprio l'esempio concreto dei limiti della tecnologia nel definire una comunicazione efficace; per creare un blog non è sufficente la piattaforma informatica e non basta avere voglia di comunicare, bisogna avere voglia di ascoltare. ps. by the way, qui trovi un gran bell'esempio di blog seguito e vivo e ... lo tiene un giornalista (e dallo schermo non gli avrei dato due lire) L'utilità dei Social Network
Sinceramente sono sempre stato un po' scettico riguardo ai social network. Sì, all'inizio ero entusiasta e facevo di tutto per aumentare il numero di contatti del mio network di Linkedin, ma dopo un po' mi sono accorto che mi sembrava più un'attività fine a se stessa che un qualcosa che mi potesse portere reali opportunità, di qualsiasi natura esse siano. La novità Linkedin Jobs mi ha fatto capire che forse non mi sbagliavo... 5 lezioni sul brand
Molto illuminante l’articolo pubblicato da Business Week sul futuro del brand. Io ci sono cascato in pieno!
È vero Nike non è la mia marca preferita in termini di immagine, per una serie di questione morali che tutti più o meno conoscono. Devo ammettere però che questa campagna segnalata da Peacelink e che ho trovato da Gianluca mi ha particolarmente colpito, sia per l'originalità sia per l'utilizzo trasversale dei mezzi. Mentre ero alla guida in autostrada, ho ascoltato una intervista di 20 minuti ad uno dei ragazzi che si supponeva scorrazzasero per i tetti di Roma. Tutte le risposte avevano senso per me e anche il giornalista si era appassionato all'argomento, mi pare fosse Radio24. Il ritorno di comunicazione non sarà quello suggerito da Peacelink, in fondo l'accostamento al brand è presente solo online e nei tornei di calcetto. Resta il fatto che i media ne hanno parlato, eccome. Eppure lo sapevo che senza il grido "ultimo in porta!", non è vero calcetto. E poi chi sarebbe sceso dal tetto a prendere la palla nel traffico di Roma? Corporate blog: GM ce l'ha!
Giuseppe mi segnala il freschissimo (nato appena a gennaio) blog aziendale di General Motors. Comunque il blog è appena nato e sicuramente sarà un esperimento, bisognerà vedere se e quanto durerà. Ma in ogni caso è economico, semplice, diretto....perchè in Italia non lo fa nessuno (o quasi)? Non solo lettori MP3
Non solo commercializzano prodotti che tutti vorrebbero avere (marketing). Non solo aprono punti vendita diretti dove si respira l'aria del brand (comunicazione), dove anche i bambini hanno tavolini bassi dove toccare con mano le potenzialità degli strumenti (lungimiranza). Non solo stringono accordi con le marche più alla moda e più esclusive del momento (esclusività). Ma realizzano anche operazioni di pubbliche relazioni con i fiocchi. Questa mattina Luca Sofri in Condor su RadioDue ha raccontato di essere stato a Parigi per assistere alla presentazione dei nuovi prodotti Apple con una diretta da San Francisco. Una marchetta (che a me non dispiace mai) di cinque minuti, in cui ha illustrato le caratteristiche dell'Ipod Shuffle e delle meraviglie tecnologiche dell'azienda di Steve Jobs. Non so quale sia l'agenzia di Apple in Italia, resta il fatto che hanno pescato proprio bene: bravi! Tutti i blog e tutti i media ormai non parlano di altro. Le ragioni del gap pubblicitario online
Qualche anno fa, nel periodo in cui completavo la tesi di laurea sul "Web Advertising: strategie e strumenti di pianificazione" ricordo di aver letto decine di studi ed analisi da parte dei maggiori istituti di ricerche di mercato e tutti convergevano su di un punto; il valore della pubblicità online sarebbe cresciuto negli anni tra il 1996 ed il 2005 in modo proporzionale alla crescita degli utenti attivi. Tutti si aspettavano insomma che ad una crescita di utilizzo dovesse necessariamente corrispondere nuove opportunità di sponsorizzazione o promozione e dunque la nascita di un nuovo mercato pubblicitario. In questo post Seth Godin, citando Marketing Vox, sottolina invece l'esistenza di un gap tra consumo di internet (in Usa arrivato al 12%) e corrispondente spesa pubblicitaria (ferma a poco più del 2% sul totale). Insomma, cresce l'utilizzo ed il peso del web nella vita dei consumatori, e tuttavia non cresce in modo corrispondente il peso che gli inserzionisti danno ad internet nel loro media mix. La domanda a questo punto è una sola: come mai? Si tratta di un problema di modelli? Un problema di formati? Di filosofia nell'approccio al media? Cosa? Probabilmente tutti questi punti messi insieme; molte delle previsioni fatte negli anni del boom si sono rilevate poco più di un lancio di dadi, e tuttavia manca ancora una serena consapevolezza delle potenzialità e dei limiti del mezzo. Nel suo post Seth Godin sostiene che proprio nello spazio tra consumo ed investimento si inseriscono oggi, con sponsorizzazioni anche sovradimensionate, i player che domani domineranno la competizione di brand (in un parallelo con quello che accadde negli anni 50 e 60 per gli investimenti pubblicitari in TV); non credo però di poter condividere questa visione. eBay, Google, ed anche Yahoo! (ma solo nell'ultimo biennio) stanno dimostrando come sia possibile creare valore da questo "consumo" di media, ma in che modo hanno raggiunto questo obiettivo? Reinventando la pubblicità; mica roba da poco, me ne rendo conto, ma ... nessuno ha mai detto che sarebbe stato facile :) Ancora corporate blog
La mia opinione sui corporate blog è nota. Su ClickZ un articolo in tre parti in cui Tessa Wegert cerca di spiegare come questi blog aziendali dovrebbero essere creati e gestiti. Anche Nike ci ha provato, ma dopo aver bloccato i commenti, ha deciso di chiudere il progetto dopo solo 20 giorni. È comunque evidente, come riportato nella terza parte dell'analisi, come i blog siano un ottimo veicolo pubblicitario. Si raggiungono nicchie altrimenti difficilmente contattabili. Un po' come IMlog, dove gli AdWords di Google ci stanno consentendo di pagare l'hosting :).
Messenger esce dalla rete
Da qualche settimana è possibile vedere in TV, sulle principali reti nazionali, uno spot su MSN Messenger, dopo un periodo di test su MTV. Non è solo un normale spot per un normale prodotto, perchè storicamente è molto difficile vedere un servizio web promosso in TV, e quindi veicolato al pubblico più vasto possibile per definizione, a meno che non si tratti di connessioni ADSL o simili. Questa piccola svolta rappresenta l'ingresso degli IM nel mondo dei prodotti/servizi per tutti, non solo per gli appassionati o gli smanettoni. O quantomeno il tentativo da parte di Microsoft di favorire questo ingresso. E' importante sottolineare come nello spot si faccia riferimento ad altri mezzi di comunicazione, come SMS e chat, considerati ormai di uso comune, mettendoli a confronto con Messenger, sia sul piano della velocità che su quello della praticità e semplicità. In pratica il messaggio è più o meno: "Così come usi quotidianamente SMS e chat puoi usare IM perchè ha questo e quest'altro vantaggio, è gratis, è veloce ecc.". Un altro aspetto da segnalare è quello dell'investimento pubblicitario: difficilmente le aziende stanziano grossi budget di comunicazione per servizi web-based, tantomeno se questi servizi sono free e quindi non portano direttamente fatturato. E' vero che Microsoft non ha esattamente problemi di soldi (considerando che ha appena pagato una multa da 500 milioni di € in contanti...), ma è comunque un passo verso l'assunzione da parte del web di un ruolo di primo piano anche nella comunicazione "tradizionale". In questo giorno di elezioni...
...devo constatare che la comunicazione politica italiana è ad un livello inferiore sia rispetto a quella estera, sia rispetto alla comunicazione in generale. Detto in altri termini: abbassa la media. Facciamo un esempio: l'election day comporta che l'elettore sia chiamato a votare per diverse elezioni (amministrative, locali, per il sindaco, europee), nello stesso momento. La confusione sui simboli quindi può essere tanta. Per il resto...quale grande comunicazione politica si è potuta vedere? Anche sul fronte politico-istituzionale, in questi giorni ho capito che c'è poca sensibilità verso le esigenze dell'elettore, e se permettete, che c'è anche poca intelligenza di tipo "strategico". In questi giorni è emerso che un numero significativo di elettori non ricordavano più che quando si vota bisogna usare la tessera elettorale personale (quella con i "bollini", tipo raccolta punti). Questa tessera elettorale ha l'utilità di far risparmiare allo Stato del "denaro sonante", che in passato veniva speso per l'invio, ad ogni consultazione elettorale, del certificato elettorale. Buona "votata" a tutti. Il marketing virale di Esselunga
Dopo un anno di attesa è uscita la nuova campagna istituzionale di Esselunga, con due nuove creatività ad opera dell'agenzia Armando Testa: Lawrence D'Arabica e Bufala Bill. Ma in questo post non vorrei parlare della campagna in sè quanto delle operazioni di marketing virale che Esselunga compie sia online che offline. Off-line vengono distribuiti i calendari in cui per ogni mesi si trova una delle creatività della campagna, e inoltre sono disponibili per l'acquisto nei negozi Esselunga quaderni, quadernoni, poster ed altri oggetti sempre legati a John Lemon e soci. Adesso le critiche: le ultime due creatività della campagna non sono ancora disponibili online, quindi la gente che magari conosce il sito ed ha già usufruito dei gadget (come me del resto) andrà a cercarle online e non troverà il sito aggiornato. Inoltre alcune sezioni in flash (costruzione del calendario) hanno dei problemi di accessibilità con Mozilla e immagino con tutti i browser che non sono IE. Comunque devo dire che sarò un maniaco dei dettagli, ma la favicon con John Lemon è proprio un colpo da maestro :) Pregi e difetti del Social Networking.
In qualche mese di sperimentazione con alcune piattaforme di Social Networking (Linked In, Ecademy, Ryze), posso iniziare a fare qualche riflessione su questo strumento, in particolare per lo sviluppo di contatti professionali. E' naturale che una piattaforma di Social Networking può avere successo solo con una base significativa di utenti intensivi (power users). Perché questa mia fissazione per la rubrica? In mancanza di questo le piattaforme di Social Networking rimangono degli (comunque utili) strumenti di ricerca di professionisti (una sorta di Who's Who leggermente potenziato), e questo è confermato dalla grande quantità di utenti che dispongono di poche connessioni (uno o due contatti). Significa che per essi non è un fatto spontaneo gestire la propria socialità professionale con queste piattaforme, e che se non vengono incentivati a farlo, anche con semplici miglioramenti come quelli che ho descritto, sarà il fallimento degli obiettivi che queste attività si sono poste. Ci sarebbe da aprire un altro capitolo sulla sostenibilità economica di queste iniziative; per ora mi limito a dire che l'unica possibilità è quella di introdurre un canone per la fruizione di tutto il servizio, oppure di una versione del servizio con l'aggiunta di significative funzionalità avanzate. Ma per convincere gli utenti a pagare, bisogna prima di tutto fargli capire a cosa può servire veramente il Social Networking, altrimenti il rischio è un flop clamoroso e la decimazione degli utenti registrati. Per chi è interessato, il mio profilo su Linked In è qui. Beneficenza in Rete
Segnalo questa iniziativa organizzata da TribalDDB e in particolare da Emanuele Nenna: Solidarweb. È la prima volta che in Italia un evento benefico raccoglie tanto successo in termini di visibilità. Praticamente tutte le maggiori testate lo hanno promosso: Virgilio, Yahoo, MSN, Repubblica.it, Corriere.it Certo l'iniziativa per TribalDDB è un ottimo veicolo di comunicazione, e in particolare di PR, ma perchè nessuno lo ha mai fatto prima? In fondo Telethon è nei palinsesti ormai da anni. IKEA sul web, ma solo un po'
Navigando sul sito di un noto periodico RCS (ok, va bene, era Max!) mi sono imbattuto in un banner IKEA. Mi sono stupito, non avendo mai visto comunicazioni IKEA online. Per curiosità poi sono andato a vedere, ovviamente, se sul sito IKEA fossero presenti significative novità. Ho notato effettivamente che i servizi per gli utenti ed i vari tool di progettazione sono stati ampliati, è stato inserito un test sulla cultura alimentare svedese per promuovere i prodotti della bottega e poi ci sono altre piccole cose. Il passo successivo potrebbe essere l'e-commerce ma la paura del conflitto di canale sicuramente costituisce un forte deterrente. Certo è che potenzialmente i volumi potrebbero essere enormi, almeno per i tre quarti dei prodotti. D'altro canto è vero che l'acquisto d'impulso è molto più stimolabile in negozsio che online, e l'acquisto di impulso è, assieme al prezzo, uno dei fattori determinanti del successo di IKEA, tant'è che non ci sono notizie di qualcuno che sia riuscito a uscire da un negozio IKEA senza aver comprato nulla: almeno qualche biscottino svedese alla cannella si porta a casa! :) In definitiva la presenza sul web di IKEA è sicuramente migliorabile, ma è difficle stabilire in quale direzione, visto che la centralità del punto vendita fisico è, comprensibilmente, sacra. Dopo il Toothing arriva il LOP
Repubblica segnala una nuova invenzione nel campo della comunicazione cellulare: il Lop. Il Lop non sfrutta una tecnologia esistente ma prevede l'installazione di un chip sui cellulari (costo previsto circa 50 euro) che consentirà di segnalare agli altri "loppers" in zona lo stato d'animo, le cose che si stanno facendo o gli oggetti che si stanno cercando. In pratica l'obiettivo è quello di creare delle micro-comunità temporanee che condividano un interesse o un obiettivo nel brevissimo periodo. Il target ipotizzato è quello dei teenagers, sia per la frequenza con la quale utilizzano il cellulare sia per il tipo di utilizzo: sempre meno per telefonare e sempre più per "giocare". Kill Bill e Leonardo
In effetti l'accostamento non è dei più azzeccati. Che relazione c'è tra uno dei film più violenti della storia e il geniaccio rinascimentale? Il primo è secondo me il film dell'anno. Tarantino ha superato se stesso in un film che mi ha soddisfatto sotto tutti i punti di vista. Ma non è di questo che voglio parlare e non mi pare questo il blog più adatto per farlo. Leonardo, invece, è uno dei protagonisti del libro più venduto in questo ultimo mese, mi riferisco a Il Codice da Vinci di Dan Brown. L'accostamento nasce dall'esperienza che ho provato nel visitare i siti dei due prodotti. Fin dal principio sono stato coinvolto nell'atmosfera creata con musica e immagini. Un'esperienza multimediale che questa volta funziona, eccome. Giochi legati alla trama del film e del libro. Curiosità, approfondimenti e bibliografia per il libro. Wallpaper, immagini e aneddoti per il film. Complice anche l'ora tarda, sono riuscito a non staccarmi dai due siti per un'ora intera, preso com'ero nel guidare una macchina con l'obiettivo di scovare Daryl Hannah e intento a risolvere gli enigmi che celano il segreto del Santo Graal. Insomma, due esperienze interattive che finalmente mi hanno soddisfatto completamente. Riprendendo l'editoriale di Leonelli su NetForum di questo mese: era da troppo tempo che non tornavo bambino navigando di notte. Da ultimo non dimenticate che oggi esce nelle sale Kill Bill vol. 2 :-) Mercedes vs BMW
Molto interessante questo spot di Mercedes per promuove la nuova SLK. I creativi hanno ripreso in parte l'idea con cui BMW ha lanciato la Z3 prima e la Z4 poi. A differenza dei mini film di BMW, Mercedes propone un minimo di interattività utile per esaminare alcune caratteristiche della nuova auto. Una creatività che aiuta a spiegare la macchina oltre a creare attorno al prodotto una percezione di esclusività e di usabilità trasversale (uomini/donne). I video di BMW sono più concentrati verso la creazione di un'immagine legata all'uomo forte, oltre ad essere a mio sindacabile giudizio, cinematograficamente parlando più validi. L'ultimo in particolare Beat the devil con la partecipazione di James Brown, è molto azzeccato e con un finale divertente. Inutile precisare che per entrambi i filmati occorre una connessione ADSL per poter apprezzare i video e non rimanere incollati di fronte al monitor per decine di minuti. (e)-lezioni americane
Dopo la campagna presidenziale 2004, decisamente il rapporto tra web e politica non sarà più lo stesso. Se usiamo la macchina del tempo per un raffronto tra il sito, per esempio, di Forza Italia del 96 (che in quanto partito "virtuale" era allora all'avanguardia sulla Rete) e il sito di John Kerry del 2004, notiamo immediatamente come se nel 1996 avere un sito era un dippiù, qualcosa tanto per dire "siamo moderni, abbiamo anche il sito", nel 2004 l'intera campagna elettorale si compenetra ed anzi viene guidata, anche a livello organizzativo, dall'online. Kerry si presenta dunque con un web perfetto, e che inevitabilmente rappresentera' per chi verrà dopo (già a partire dalle Europee) un paradigma completo di come comunicare, a livello di contenuti e di grafica (leggera e contaminata di blog, e quindi vicina alla grafica abituale del visitatore) ad un target preciso; un sito che prima buca il video con la sezione news (foto d'impatto fresca di giornata); poi subito a fianco incita all'iscrizione alla mailing list, per non rischiare di perdere il contatto fugace con il visitatore; infine espone la mercanzia, con i vari argomenti di discussione, ben elencati. Eppoi, perchè negli USA raccogliere soldi è importante come raccogliere voti, ecco apparire la richiesta di azione (contribuisci, contribuisci!). Non ha ovviamente dimenticato che creare una community (reale e virtuale) è fondamentale: et voila'! forum per gli incontri online, calendario degli incontri offline, blog del candidato, che non può non avere un blog. E sa che la comunicazione coordinata è importante, ma anche costosa, e non è quindi una sorpresa la quantità di gadget cartacei da scaricare in formato PDF (e quindi uguali per tutti!) e da stampare a spese del sostenitore (dal cartello da sventolare alla convention al flyer per il porta a porta, dal modello di raccolta firme alla cartolina da ritagliare seguendo bene i trattini); ovviamente i capi di abbigliamento con il brand (perchè di brand si puo' parlare a questo punto) sono a pagamento ed al servizio della causa, organizzati in un vero e proprio shop online. Non manca il sito in lingua spagnola, ne' la ricerca locale per stato (comunicate global, act local!). Anche il marketing "virale" online non è stato trascurato: dall'icona del MS Messenger da esibire ai propri contatti, al logo piu' link per sponsorizzare il sito web. Se poi volete essere dei veri supporter sul web, la liste delle cose da fare è inclusa. Insomma, in USA con il www non si scherza più. E i dati confermano: il 39% dei votanti in Iowa prima di partecipare alle primarie ha consultato i siti dei candidati [fonte: Des Moines Register], e il 50% (circa 20 milioni di dollari) dei fondi elettorali di Dean è stato raccolto online [fonte: G. Graff, portavoce di Dean]. Lunga e diritta era l'Infostrada
Follie del marketing: dopo aver passato anni a seppellire il simpatico brand Infostrada, quello per intenderci del cagnolino che faceva pipí nella cabina telefonica della Telecom (e un po' inconsciamente sul suo canone), a impaludare fino a renderlo indigeribile un portale innovativo e storico quale il primo Libero, ed a cancellare il verde arioso con l'arancio del padrone, ora Wind, il figlio telefonico del buro-operatore post-elettrico, cerca di resuscitarlo con uno strano spot in simil-plastica, e appena un po' più arancio nel logo. Insomma, lo strano e sospetto ripensamento di Wind ha fatto uscire dal baccello solo l'ultracorpo di Infostrada: a prima vista sembra uguale, ma a guardarlo bene, si sente che è diverso. BB. brrrrrr
Non lo nascondo, i blog aziendali non mi piacciono. Non tutti, sia bene inteso. Quelli "comunicativi", che cercano di creare un'immagine attorno ad un brand. Non credo che riusciranno mai nell'intento di raggiungere il loro obiettivo di creare una comunitá o di trasferire un messaggio ai lettori. Troppo banali per l'utente evoluto. Dispersivi per gli altri. Dopo il blog della Y, ecco l'ennesimo esempio di blog che non fa trasparire alcunché. Mi pare di assistere ai voli pindarici delle solite agenzie. Meglio fare altro, meglio investire in tabellare che pensare di creare immagine con queste iniziative di pseudo comunicazione. Questa volta è Bacardi. Blog politici e la politica dei blog
Cos'è un blog? Troppo complesso per dare una risposta univoca. A cosa serve un blog? Domanda mal posta. Quella giusta è: un blog serve? Che serva o no, il successo che il blog come strumento di comunicazione sta riscuotendo in questo momento ha fatto sì che dall'uso, come spesso accede, si passasse all'abuso: cosa facciamo di nuovo oggi? Facile, un blog! Questo preambolo per parlare di una iniziativa nuova per la scena italiana, e destinata a far discutere: un blog politico. O forse sarebbe meglio dire un blog elettorale, visto che si tratta del blog che Sergio Cofferati ha deciso di inserire all'interno del proprio sito web allestito in occasione della sua candidatura come sindaco di Bologna. Parlando con Cristian Vaccari, responsabile del sito www.sergiocofferati.it, è venuto fuori sostanzialmente che l'obiettivo principale è quello di entrare in contatto con un target che difficilmente sarebbe potuto essere avvicinato tramite i mezzi di promozione politica tradizionali. I ragazzi della fascia di età 18-30 difficilmente partecipano ai comizi, alle riunioni di partito o alle assemblee elettorali, e i pochi che lo fanno sono evidentemente già "politicizzati" e quindi poco influenzabili e verosimilmente già schierati. Questi ragazzi però è quasi certo che navighino su Internet, ed è abbastanza probabile che leggano alcuni blog o addirittura ne tengano uno proprio. In pratica il proposito è quello di istituire un canale comunicativo/informativo quasi prescindendo, paradassalmente, dal merito delle questioni trattate: "Ehi, Sergio Cofferati ha un blog, perchè non vieni a leggerlo, vedrai poi se ti interessa o meno!". Inoltre il blog rappresenta un'occasione di partecipazione attiva da parte degli elettori di immediatezza difficilemente eguaglabile e soprattutto riduce al massimo l'esposizione dell'elettore: quanti di noi hanno mai fatto domande in una riunione con 100 persone presenti e quanti di noi hanno mai fatto un commento su un blog, magari come anonimo? E' un discorso già fatto e rifatto anni fa per le chat, ma tuttora mantiene una validità incontestabile. Da non sottovalutare, senza dubbio, la componente "immagine": la percezione da parte degli utenti è quella di un candidato al passo coi tempi e attento alle novità, una persona che sa quello che succede attorno a lui, anche e soprattutto in ambiti extra-politici, e non è un dinosauro istituzionale. Dal punto di vista del layout e della navigabilità il blog segue lo schema semplice ma abbastanza chiaro del resto del sito, con qualche pecca che in parte è stata corretta in corsa, come ad esempio la mancanza di un link per tornare alla home page del blog, la mancanza di un codice visivo che rendesse chiara la possibilità di visualizzare il singolo post (è stato aggiunto il link "visualizza commenti". Indipendentemente da come finiranno le amministrative di Bologna, ed indipendentemente dalle convinzioni politiche di ciascuno di noi, la scelta di Cofferati rappresenta un passo significativo nel campo della comunicazione via web in Italia, e a maggior ragione nel campo dei blog: il blog è "Lo strumento" di comunicazione in questo momento, e chiunque voglia raggiungere un certo tipo di utente/cliente/ascoltatore/lettore/elettore non può prescindere da esso. Rotto il ghiaccio con i politici non resta che aspettare che anche le aziende capiscano come i blog possono diventare un canale di accesso, di scambio e di comunicazione con i propri clienti. Hanno il cosa, che trovino il come. |